La Storia e il Culto

 

Al IX secolo, in occasione dell'invenzione delle reliquie di Santa Trofimena, risale la redazione di una prima, breve biografia della Santa Vergine e Martire arricchitasi nei secoli XVI e XVII d notizie attinte dalla tradizione e dalla piet‡ popolare.

Solo di recente, la letteratura agiografica, si Ë arricchita di contributi significativi tesi, mediante l'approccio storico-critico delle fonti, a dare consistenza storica alla vita e al culto della Santa.
Da ciÚ possiamo evincere che antichissimo Ë il culto per Santa Trofimena il cui corpo Ë custodito a Minori del 640.

Protettrice della cittadina e Patrona dell'antico Ducato amalfitano, la giovane Santa ha preso pieno possesso del cuore dei minoresi.
Oriunda di Patti (Messina) venne martirizzata sotto il tirannico dominio e le persecuzioni di Diocleziano e Massimiliano nell'anno 304.

La tradizione agiografica la presenta come figlia di un nobile che voleva sposarla ad un suo pari e, non riuscendo nell'intento, la ferÏ mortalmente.

Molte versioni leggendarie narrano la fuda e il martirio della fanciulla. Tra le pi˘ suggestive quella di G.B. d'Afflitto il quale scrive:" Vedendo la Santa Verginella di non poter lungamente, rimanendo in casa, resistere all'efficace volont‡ del genitore, ispirata da Dio, determinÚ di fuggire dalla sua casa paterna, come fece.

Il padre l'inseguÏ e la raggiunse vicino al mare verso quella parte ove sta posta la Bocca in Tinnaro, oggi detta di Marinello, distante dalla citt‡ lo spazio di quattro miglia, e mentre volea lanciarle sopra adirato le mani l'innocente Colomba, confidata in Dio, unica causa della sua fuga, distese sopra le acque il manto, vi balzÚ di sopra senza timore, ed il mare portandola a galla su l'ondee le diÈ libero scampo dall'ira del persecutore".

Il corpo della Santa fu rinvenuto sulla spiaggia di Minori in un'urna di marmo da una donna che stava sciorinando il suo bucato alla foce del fiume Reghinna Minor.
Aveva appena battuto i panni sul marmo, quando le sue braccia si irrigidirono; spaventata, chiese aiuto.

 

Saputo l'accaduto accorsero sacerdoti amalfitani e napoletani e il Vescovo perchÈ si pensÚ subito a qualcosa di soprannaturale.
Ci si accorse poi che sull'urna erano incisi dei versi che narravano la vita, la fuga e la morte della Santa. Si pensÚ osÏ di trasportare l'urna nella Chiesa, ma la forza delle braccia di tanti uomini e sacerdoti non fu sufficiente nÈ a sollevarla, nË a smuoverla.

"Ispirato da Dio il Vescovo Pietro comandÚ che condotte si fossero due vergini gioveche non ancora toccate dal giogo. Appena le giovenche furono adattate l'urna si smosse, con tanta velocit‡, che sembrava piuttosto le giovenche esser tirate dal tumulo, che il tumulo dalle giovenche."

Ecco perchÈ nel simulacro di Santa Trofimena sono rappresentate due bianche giovenche!

Una seconda traslazione del corpo della Santa si ebbe nell'838 sotto Sicardo, Principe di Benevento, che mirava a far pi˘ potente la sua Chiesa rubando reliquie e spoglie di Santi.
Preoccupato per ciÚ, il Vescovo di Amalfi decise di trasportare il corpo della Martire nella propria Chiesa cattedrale per metterlo al sicuro.

Un'anonimo scrive che "scoverte le sacre reliquie una flagranza di Paradiso si diffuse da per tutto e tale giunse fino al lido".
E ancora che "mirabile prodigio che accade in questa occasione. Avendo nelle mani il Vescovo Pietro le Reliquie della Santa, ed essendo concorso tumultuariamente dalla marina per venerarla il di pi˘ del popolo che ivi restato vi era alla custodia delle barche, tra la folla del popolo vi fu chi temerariamente strappÚ ciÚ che potË dal fresco e vivo come se la Santa fosse stata allora martirizzata".

Il fatto fu pubblico e tirÚ l'ammirazione di ognuno. A si fatto spettacolo rimasero tutti attoniti per lo stupore e vieppi˘ si accrebbe il concorso dei fedeli dell'uno e dell'altro sesso".

La terza traslazione delle sacre reliquie avvenne da Amalfi a Benevento e poi, una quarta da Benevento a Minori per intercessione di Orso, vescovo di Benevento, e di Pietro II, vescovo di Amalfi.
Molti sono gli episodi e i miracoli narrati che testimoniano la protezione della Santa verso la citt‡ di Minori.

Ancora l'anonimo scrive:" che si trovÚ presente e vide con gli occhi propri e toccÚ con mani i prodigi da Dio in quell' occasione operati per intercessione della Santa."

Si racconta che una tale Bonaventura Magnasco, marinaio minorese, rimpatriato dopo molti anni di schiavit˘, nel 1623, testimoniava ciÚ che era accaduto mentre era schiavo sulle galee turche: la protezione della Santa era cosÏ nota tra i Turchi che "gli uni solevano far cauti gli altri a non approdare ai nostri lidi".

Il culto per questa Santa Ë profondamente radicato e immensa Ë la fede che tutto il popolo minorese le tributa specie in occasione delle tre solenni festivit‡ che ricorrono tutto l'anno.
Le reliquie del corpo della Santa sono tuttora custodite nella Cripta della Basilica a Lei dedicata.

Le feste

E' davvero insoliti festeggiare per ben tre volte nell'arco dell'anno la santa Patrona. I minoresi, a buon motivo, fanno eccezione e celebrano la Loro in tre date: 13 luglio, 5 novembre e 27 novembre.

Quella del 13 luglio che rievoca il ritorno delle sacre spoglie a Minori dopo il ratto di Sicardo Ë certamente la pi˘ importante e rispecchia il convenzionale svolgimento delle feste patronali del Sud: luminarie, botti, concerti bandistici e fuochi d'artificio.

Il 5 Novembre si celebra il martirio e questa festa Ë denominata "'a castagnara" perchÈ ricorre nel periodo dell'autunno in cui abbondano le castagne, classico frutto dell stagione. La processione si svolge al mattino.

Il 27 novembre Ë una festa un pÚ pi˘ particolare e occorre risalire a qualche secolo addietro per capirne il motivo.
Dopo il ratto di Sicardo, i minoresi, per timore di altre incursioni e quindi di altri oltraggi pensarono di nascondere il corpo di Santa Trofimena, sistemandolo non sotto l'altare, come tutti credevano, ma molto indietro.

Coloro che presero parte ai lavori di occultamento giurarono solennemente di non svelare a nessuno il luogo dove erano deposte e sacre spoglie.
Trapassati quei pochi che conoscenvano il segreto, nessuno ci pensÚ pi˘, anch perchÈ credevano le Reliquie al sicuro.
Ma quando nel 1762 i Minoresi vollero erigere un nuovo altare alla loro Santa Patrona, rimasero delusi e amareggiati nel constatare che sotto l'altare non c'era nulla.

Moltissime e vane furono le ricerche che si protrassero per lunghi anni. Le preghiere, le offerte, le promesse di ognuro erano dirette a tale scopo; questo era il desiderio di tutti: ritrovare la Santa!

Il 24 novembre 1793, alcuni minoresi di buona volont‡ intrapresero degli scavi l‡ dove si era tentato altre volte.
Scavarono per ben tre notti e in quella tra il 26 e il 27, finalmente ritrovarono il sarcofago con le Sante Ossa.

Ci fu gioia e commozione al rinvenimento e tutta la popolazione fu chiamata in Chiesa con il suono festoso delle campane. Tutti accorsero e subito fu celebrata una Messa Solenne di ringraziamento; di qui la tradizionale Messa celebrata all'alba di ogni 27 novembre.

Per quest occasione non si svolge la rituale processione per le vie della citt‡, ma la sacra effigie Ë portata fin sul sagrato della Basilica.
La Messa all'alba, presieduta dal vescovo, Ë celebrata con musiche pastorali che ricordano l'imminente Festa del Santo Natale del Signore.

Suggestive le nenie degli zampognari che per l'occasione percorrono di notte le vie cittadine. Caratteristico e originale Ë il grande falÚ che Ë fatto bruciare sulla spiaggiia durante la piccola processione.
Questa festa Ë detta "'a salsicciara" perchÈ coincide con l'inizio della mattanza dei maiali.